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Pese: il paese perduto

Storia di Pese, il paese perduto


 

Il paese scomparso di Pese sorgeva in sponda sinistra della Val Brevenna, lungo una mulattiera in discesa che si stacca, poche centinaia di metri oltre l’abitato di Crosi, da quella principale la quale, con partenza da Avosso, decorre lungo la dorsale in direzione nord fino a raggiungere il  monte Antola.

Pese era edificata in corrispondenza di uno slargo, ora invaso dal bosco, nel punto in cui la mulattiera raggiungeva il modesto Rio delle Pese, che scende ripidamente dal Monte Liprando per incontrare le acque della Brevenna nei pressi del paesino di Cannerosse. In questo luogo, denominato ancora oggi u magâ de Pese e indicatoci nel 2012 dal compianto Luigi Trucco, resti di murature, cumuli di pietre e i ruderi certi di una fornace da calce sono il segno della presenza dell’antico insediamento.

Perché era sorto e perché cessò di esistere questo paese dove il sole arrivava a battere solo per pochi mesi all’anno?

A premessa, con fini di migliore inquadramento, riteniamo sia importante il richiamo all’antica viabilità della Val Brevenna, il cui asse principale, in sponda sinistra della Brevenna, come già detto, era rappresentato storicamente da una lunghissima mulattiera che salendo da Avosso, portava direttamente al Monte Antola e quindi alle direttrici per la Valle Padana. Tale mulattiera, caratterizzata in molti tratti da notevoli opere di contenimento sia a monte sia a valle, è tuttora esistente e in discreto stato di percorribilità. Da Avosso, risalendo uno dei costoni del monte Banca, sfiora l’abitato di Frassineto, rasenta Frassinello senza però attraversarlo, e passando a mezza costa attraverso boschi secolari di castagni, arriva al paese di Piani. Raggiunti e oltrepassati i  Crosi essa prosegue in direzione nord-est e, snodandosi  lungo il versante sinistro della Vallata, passa vicinissima al piccolo nucleo del Gherfo e successivamente  sovrasta i paesi di Carsi, Cerviasca e Senarega. Da questa mulattiera principale si staccavano via via le varie deviazioni sia per i citati  borghi della Val Brevenna, sia per altri della Val Pentemina,  come Costapianella, Carsegli e Pentema; essa finiva e finisce per passare lungo il confine tra le faggete e gli ultimi prati del monte Duso e giungere così al monte Antola.

Sezione dei resti di un edificio di Pese
Sezione dei resti di un edificio di Pese

Ebbene, la storia di Pezze o Pese appare legata al dato storico della rete di mulattiere e sentieri accennati in precedenza, che per secoli ha permesso, all’interno dell’economia chiusa e di sussistenza della Val Brevenna, la mobilità delle persone e lo scambio di merci, fra i vari paesi della Valle, Torriglia, della Valle Scrivia e dall’Alta Borbera e Trebbia. Ciò risulta confermato dal fatto che poche centinaia di metri oltre l’abitato di Crosi l’attuale magâ di Pese, che dovrebbe corrispondere all’antico insediamento, si trova proprio in contiguità immediatamente superiore con una di queste antiche mulattiere, e precisamente lungo la deviazione che poco oltre i Crosi scendeva fino a Carsi. Attualmente quasi impercorribile, il tracciato, con i suoi muri di sostegno, ne è tuttora ben visibile. Il destino di Pezze fu perciò necessariamente connesso alle vicende, agli uomini e alle merci che correvano lungo questa importante via di comunicazione interna. Tuttavia non va sottovalutata la vicinanza al sito della presenza di una piccola sorgente, attiva anche nei mise estivi, elemento piuttosto prezioso per il versante sinistro della Valle, notoriamente avaro di acque sorgive.



Resti di un angolo di un edifico di Pese
Resti di un angolo di un edifico di Pese

Fortunatamente, l’esistenza di Pese e i relativi inquadramenti cronologici sono testimoniati da una congrua documentazione tuttora presente in diversi Archivi. Dal primo censimento della Parrocchia di Frassinello, datato 1609, è innanzitutto possibile rilevare che l’abitato di Pezze ospitava almeno tre nuclei famigliari per un totale di circa quindici- venti persone, tutte di cognome Brasesco/Bracesco. I dati sono estrapolabili dallo Status animorum del 1609, nel quale è indicata la presenza, per i Crosi, di nove nuclei famigliari riconducibili al cognome Brasesco / Bracesco di cui otto stabili ai Crosi ed uno residente a Genova. Tuttavia, ad una attenta consultazione dei registri e degli atti di battesimo e matrimonio, è stato possibile accertare che almeno tre degli otto nuclei non abitavano ai Crosi, bensì a Pese. In riguarda all’abbandono, Pese non si trova più citato nei documenti a partire dalla metà del XVII secolo, e per tanto siamo debitori nuovamente al nostro caro testimone Luigi Trucco, per averci riferito notizie che provengono dalla tradizione popolare.



Sezione di scavo di dei resti di un edifico di Pese
Sezione di scavo di dei resti di un edifico di Pese


Pese sarebbe stato abbandonato in un periodo imprecisato, (riteniamo verso al fine del ‘600) in seguito ad una non meglio precisata epidemia, probabilmente di peste. I morti sarebbero stati sepolti in un pianello vicino a vecchi alberi di castagno, nei pressi di una cascina ancora oggi esistente sotto il paese di Crosi. Come spesso accade, la tradizione orale appare decisamente compatibile con i dati d’archivio.


Frammenti di vasellame rinvenuti presso il presunto luogo dove era edificato Pese
Frammenti di vasellame rinvenuti presso il presunto luogo dove era edificato Pese

Dopo il 1630, infatti, non è presente nell’Archivio Parrocchiale di Frassinello nessun atto di battesimo di bambini nati alle Peze. Per contro, sempre nei registri della suddetta Parrocchia, l’ultimo atto pervenuto fino a noi in cui è citato Peze, è datato 1649, al seguito dell’annotazione del  funerale di Francesco Brasesco “ Francesco Brasesco togneto delle pezze di anni 50 circa recevuti li sono i sanctissimi. Se ne morte li 18 e sepeleto li 19 maggio 1649 in questo cimiterio di frascinello”.

Inoltre, nella cartina della Val Brevenna commissionata dal Gerolamo Fieschi e redatta nel 1759 dall’Ingegnere Codeviola, il luogo ove si trovava Pese è indicato come “ Sito ov'erano le case delle Pezze”, provandoci un effettivo e definitivo abbandono, avvenuto da tempo, alla data indicata.




 

Non sono uno storico, ne aspiro a diventarlo. Ma da sempre con la passione per la storia e la cultura della Valle che fu

 
 
 

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